Architetto e incisore francese. Dopo essere stato apprendista nello studio di
J.-G. Soufflot, nel 1745 entrò come allievo all'Académie Royale di
Parigi, e nello stesso anno vinse il Grand Prix de Rome di architettura.
Poté così soggiornare a Roma per quattro anni (dal 1746 al 1750),
dove conobbe N. Salvi. Dopo un soggiorno a Parigi, nel 1753 fu chiamato a Parma
dal ministro di Filippo di Borbone, G. Du Tillot. Qui
P. svolse una vasta
attività, dedicandosi anche all'insegnamento. Tra le opere principali
citiamo: il palazzo di caccia della Venaria Reale a Colorno (1753), prima
importante realizzazione in cui è ancora evidente la sua formazione
francese; la chiesa di San Liborio (1777), considerata il suo capolavoro; la
sistemazione della Piazza Grande di Parma (1760); il vestibolo e la galleria
della biblioteca palatina (1762); il rifacimento del palazzo ducale (1767); il
tempietto d'Arcadia nel parco ducale (1769). Importanti sono anche le sue
incisioni, in particolare le serie di disegni
Feste celebrate in Parma
(1769) e
Mascarade à la grecque (1772), vera e propria parodia
dello stile neoclassico (Lione 1727 - Parma 1801).